Trovarsi per caso a tu per tu con un rapace notturno, incrociare il suo sguardo ed essere colti da quel senso di mistero che avvolge questi animali è una sensazione unica, indescrivibile. La loro espressione profonda, con quegli occhi grandi e frontali che sembrano quasi umani, muove nella nostra mente sentimenti contrastanti. C’è chi li teme e chi, come me, ne è rimasto affascinato fin dal primo incontro, tanto da volerne approfondire le conoscenze. Quello che è iniziato come un semplice interesse per comprendere le abitudini delle specie di rapaci notturni che popolano la Valbelluna e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, si è poi tramutato in un progetto personale per contribuire a far conoscere questi animali che, per secoli e fino ad oggi, sono stati ingiustamente considerati esseri malvagi e portatori di sfortuna. Questo giudizio negativo è dovuto ad una scarsa conoscenza dei loro comportamenti etologici e hanno dato vita a terrificanti leggende, tramandate poi di generazione in generazione. In realtà i rapaci notturni hanno un loro preciso e importante ruolo nell’ecosistema che non ha nulla a che vedere con quello raccontato nelle credenze popolari.
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